Dogs in action
Quando la fotografia è passione
Oggi a2passidaTorino incontra Claudio Piccoli, fotografo torinese specializzato in “Dogs in action”. Conosciuto e apprezzato a livello internazionale, è il n.1 mondiale per le fotografie di cani in azione, ambasciatore Nikon per l’Italia, premiato in grandi concorsi fotografici internazionali come Oasis, SIPA e IPA Claudio insegna la sua tecnica a fotografi professionisti e amatoriali in tutte le parti del mondo, e i suoi workshop sono sold out con largo anticipo.
“Come e quando è nata l’idea di Cani in Azione?”
“Ho cercato di fare qualcosa di originale, inusuale, mantenendo sempre al massimo livello la qualità delle immagini. E questo ha pagato. All’inizio, introdurre i cani come soggetti nella fotografia classica è stato un “massacro”. Quando ho iniziato, 6 anni fa, la fotografia di cani era ritenuta di secondo livello, i fotografi top facevano matrimoni, ritratti di persone, shooting di modelle, e quindi partecipare a contest mondiali con immagini di cani, cercando di affermare un mood originale, uno stile personale, non è stato per niente semplice. Dietro c’è stato tanto studio, tanto impegno, tanto tempo dedicato, sorretto sempre da una grande passione, da una voglia di crescere, di migliorare.”
“I risultati sono arrivati però, a giudicare dal successo dei tuoi workshop. Quali sono, secondo te, i motivi di così tanto interesse?”
“Il mercato dei fotografi professionisti sta cambiando. Coloro che prima erano specializzati in ritratti di bambini, in matrimoni, cresime e comunioni, vivono oggi una riduzione del proprio business. Quando hanno capito che questo poteva essere un settore emergente hanno iniziato a fotografare i cani. Ma, pur avendo una conoscenza profonda della tecnica hanno ottenuto risultati poco soddisfacenti. Perché fotografare un cane è un altro pianeta! Quindi hanno iniziato a studiare, a cercare workshop e tutorial sull’argomento. Io ho avuto la fortuna di iniziare in un momento in cui a nessuno interessava la Dogs in action. Non c’erano corsi e quindi ho iniziato a tenerli io. Ho imparato l’inglese e ho iniziato ad andare in giro per il mondo a insegnare.”
“Quindi, preferisci l’insegnamento alla libera professione?”
“Si. Mi piace condividere la mia esperienza e trasmettere tutti gli aspetti tecnici, e non solo, imparati nel tempo. Il mio obiettivo è quello di consentire a chi assiste ai miei workshop, mettendo in pratica ciò che impara, di offrire ai suoi clienti una qualità d’immagine di “livello”. Detto questo, ogni tanto non resisto e fotografo i cani dei miei amici.”
“Come si gestisce uno shooting di Dogs in action? Non deve essere semplice.”
“La parte più importante è la ricerca che fai prima, è il bagaglio di esperienza che ti sei creato nel tempo e che utilizzi per ottimizzare il tuo lavoro. Poi, devi entrare in sintonia con il cane che vuoi fotografare. Devi creare un rapporto di empatia con lui, questo è fondamentale. Io lo osservo, guardo come cammina, se zoppica, come corre, chiedo al proprietario di raccontami il suo cane, di dirmi cosa gli piace fare.”
“Quindi spiego che il cane dovrà essere liberato, in uno spazio sicuro ovviamente, senza collare, guinzaglio e, importantissimo, senza ricevere ordini. Il cane deve essere libero, libero di divertirsi, deve liberare un’energia e comunicare una sensazione di positività. Viene motivato con il gioco, e a questo punto, anche con i cani più anziani, anche con quelli pigri, la fotografia viene. Quindi studio la location, io scatto sempre contro luce, con il sole alto ma in ombra. Quando ho trovato le giuste condizioni voglio essere pronto a scattare alla prima corsa, al massimo alla seconda, perché poi il cane rischia di stancarsi. È molto importante non stancarlo, perché alla quarta corsa, dallo sforzo, ha la lingua fuori e questo fa perdere intensità allo scatto.”
“I tuoi scatti trasmettono energia e dinamicità fortissime.”
“Se uno scatto fa provare delle emozioni per me è bellissimo. Del resto credo che la fotografia sia un’arte perché attraverso l’immagine riesce a suscitare nello spettatore delle sensazioni.”
“Quello che colpisce nei tuoi scatti è lo sguardo, la luce negli occhi del cane…”
“Il cane ha un modo di divertirsi molto più semplice del nostro perché vive il qui e ora senza pensare al futuro, e quindi apprezza appieno ciò che sta facendo. In più, difficilmente ha una mimica facciale, o meglio, ha delle espressioni che non riesce a comandare e quindi il più delle volte è con gli occhi e la coda che comunica le sensazioni che sta provando. Attraverso i suoi occhi si riesce a vedere l’anima. Il cane vuole fare quella certa cosa, correre, saltare, e questo viene espresso con gli occhi. I suoi occhi sono su di me, attratti dal rumore della fotocamera.
Lo sguardo poi dipende dalla posizione che assume. La morfologia del muso, l’espressione dipendono dalle posizioni del cane. Durante la corsa lui assume diverse posizioni e ognuna di queste gli modifica l’espressione, da sofferente a molto felice, da cattivo, feroce, ad allegro, pazzo di gioia.”
“Cosa è per te Dog in action?”
“Dog in action mi ha permesso di sviluppare una creatività che non potevo utilizzare nell’altro mio lavoro di ingegnere. E, soprattutto, mi ha aiutato a conoscere ancora di più i cani, e mi ha insegnato a vivere in maniera diversa.
Quando sei dietro il mirino della macchina fotografica devi imparare a vivere il momento, proprio come il cane che stai fotografando. Devi imparare a “entrare” in quei 3 secondi della corsa del cane e viverli appieno. In questo modo i 3 secondi si espandono, diventano 30 secondi, nel corso dei quali tutte le cose hanno un senso, le vedi bene, riesci a fotografarle. Questa è la difficoltà di un servizio di Dog in action, ma questo è il segreto di uno scatto riuscito. Quando le persone lo scoprono gli si apre un mondo nuovo, perché imparano a leggere i cani come leggono le persone. E questa, che sembra una sorta di magia, ti permette di entrare in un’altra dimensione. Vedi gli animali e li capisci, e questo è veramente bello.”
“Ci racconti questa fotografia?”
“Quella della ragazza nel mare e del suo cane che spicca un balzo in alto? Il mare, scuro, rappresenta le difficoltà della vita di tutti i giorni, difficoltà lavorative, famigliari, dovute a malattie. Il cane, fotografato nel punto massimo di releasing energy, con gli occhi, con i muscoli, con la posizione esprime energia, forza, vitalità. Ritratto in quel momento il cane diventa una sorta di super eroe che fa un salto incredibile. Questo scatto, per me, vuole essere una sorta di motivazione. Vuole dare una speranza a tutti coloro che sono in difficoltà, che nella vita incontrano enormi difficoltà. Con l’impegno, la passione, la forza di volontà gli ostacoli si possono superare.”
Immagini fotografiche: Claudio Piccoli
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