Di chi è la colpa?

L’incuria umana è sempre la causa di questi incidenti

Prendo con molta serietà la mia professione di educatore cinofilo, ai proprietari spiego che chi svolge il mio lavoro ha una grande responsabilità. Posso contribuire a far vivere bene un cane e la sua famiglia, ma se sbaglio valutazione o tipo di percorso, posso far peggiorare la situazione e di conseguenza la qualità di vita di tutti.
Quando mi contatta una famiglia con bambini, la mia attenzione è ancora più grande, soprattutto quando il cane sta creando problemi con i piccoli di casa.

C’è volontà di dolo da parte del cane? Ovviamente no.
Il cane, che lo si voglia oppure no, non è in grado di concepire un dispetto o la vendetta, non ha le strutture cerebrali per elaborare questo pensiero. Anche chi crede che non sia cosi, deve farsene una ragione, il cane fortunatamente non possiede la cattiveria propria del genere umano.

Ma perché quindi un cane di famiglia arriva ad aggredire, a volte anche mortalmente, un bambino o peggio un neonato?

Questi eventi finiscono molto spesso con la soppressione del cane, l’unico essere vivente che non ha realmente colpa: potremmo definirlo come un incolpevole autore materiale del delitto, il mandante e la responsabilità dovrebbero andare esclusivamente a chi quel cane lo gestiva.

Mi spiego meglio: un cane ben gestito, correttamente socializzato, ben curato, che non ha problemi particolari di salute, con un ottimo rapporto con la propria famiglia, difficilmente creerà problemi, a meno che non siamo noi a creare situazioni pericolose.

Spesso è capitato che i cani colpevoli di aggressione non fossero stati socializzati con i bambini: cosa vuol dire? Senza addentrarci in spiegazioni troppo scientifiche, diciamo che se entro i primi 4 o 6 mesi di vita, il cane non vede mai un bambino oppure un neonato, potrebbe in futuro essere diffidente nei confronti di questi “esseri”. Può anche succedere che nei primi mesi di vita il cane venga spaventato dai bambini, conservando poi questa diffidenza anche in futuro.

Un cane diffidente può spaventarsi e scappare, può immobilizzarsi di fronte a un presunto pericolo, altri invece decidono di attaccare quello che li ha preoccupati. Questo dipende dal soggetto, dall’indole, dal carattere, dalla situazione.

Uno dei miei sei cani, molto diffidente con i bambini, da cui non si è mai lasciato avvicinare, non ha mai creato problemi con mia figlia. Io e lui abbiamo un rapporto serenissimo, ha accettato Valeria come parte del nostro gruppo senza problemi. Ho sempre fatto attenzione a non creare situazioni per lui fastidiose e abbiamo insegnato a lei,  da quando sono iniziate le prime interazioni, un atteggiamento rispettoso nei confronti degli animali.

I cani non sono un gioco, vanno rispettati, non si cavalcano, non si vanno a svegliare mentre dormono nella loro cuccia, non si toglie il cibo mentre mangiano, ma soprattutto non devono sopportare dispetti ed angherie.

Ricordo qualche anno fa due cani di grande taglia che ferirono a morte un neonato. La storia venne raccontata cosi: il nonno con in braccio il nipote neonato entra nel giardino di casa dei genitori, i cani lo aggrediscono e feriscono mortalmente il povero bambino.
Raccontata in questo modo sembra una storia truce in cui la “cattiveria” dei cani sembra la causa del delitto.
Ma per deformazione professionale, prima di esprimere un parere, noi addetti ai lavori abbiamo voluto capirne di più e abbiamo aspettato ulteriori dettagli. Ebbene i cani vivevano non in giardino, ma in un serraglio adiacente, senza contatti con la famiglia e soprattutto non conoscevano il nonno. Trovatisi liberi, chissà perché, hanno visto un estraneo entrare in casa e lo hanno aggredito.

Purtroppo l’incuria umana è sempre la causa di questi incidenti.
Se pensate o vedete che il cane di casa ha problemi nel relazionarsi con i vostri figli o viceversa, rivolgetevi ad un educatore cinofilo serio, competente e con esperienza. Non cercate consigli nei gruppi dei social, su internet oppure al parchetto, ogni situazione è diversa, ogni cane è un individuo a sé, la vostra famiglia non è uguale ad altre: vi serve un professionista che venga a vedere dal vivo la situazione, che analizzi il comportamento del cane ed il vostro, che eventualmente chieda il supporto di un veterinario comportamentalista, che in caso di avvenuta aggressione, è obbligatorio per legge.

Immagini fotografiche: Vergnano&Vergnano

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